Lo specialista della Sardegna spagnola, ma anche il professore capace di trasmettere l’amore per l’insegnamento storico, oltrepassando la verticalità accademica per mettere al centro il calore della narrazione, la passione per la ricerca e soprattutto la straordinaria intensità di confronto con gli studenti. Giancarlo Sorgia è stato questo: lo storico e il professore di Sa Duchessa, l’ateneo cagliaritano che ha rappresentato la sua casa formativa e altresì l’agorà della sua lunga carriera da docente (qui è stato studente, assistente, professore incaricato, professore ordinario).
Nato a Cagliari nel 1925 è stato allievo di Alberto Boscolo, lo storico medievalista cagliaritano che contribuì a scoprire la sua più intima vocazione di ricerca.
Negli anni della formazione ha condotto numerose missioni di studio in diversi archivi italiani e stranieri, in modo particolare a Barcellona, nell’archivio della Corona d’Aragona. Esperienze, queste, che gli valsero fin da giovane una sicurezza metodologica e un’ampiezza di ricerca tali da aprirgli subito le porte dell’insegnamento. Dapprima ordinario di Storia della Sardegna nell’Università di Cagliari e poi docente di Storia Moderna sempre nell’Ateneo del capoluogo, del quale Sorgia è stato anche Prorettore, promuovendo diverse iniziative, come ad esempio l’apertura della Cittadella dei Musei. Inoltre, altro incarico importante è stato quello di Direttore della Scuola di specializzazione in Studi Sardi, dove il docente cagliaritano ha portato avanti il paziente cammino di esplorazione del passato inaugurato dal suo maestro Boscolo.
Ma a caratterizzare il campo di ricerca di Sorgia sono stati prevalentemente i problemi politici, sociali ed economici del panorama mediterraneo tra i secoli Cinquecento e Seicento. È in questo contesto temporale, infatti, che si inseriscono alcune delle sue opere principali, dedicate in particolar modo ai legami tra la Sardegna e la Spagna.
Il fulcro dello studio di Sorgia è in queste pagine: la storia della Sardegna spagnola, ma più in generale la storia mediterranea intesa come punto d’incontro fra la Spagna e le vicende della Sardegna nell’età moderna. Una produzione editoriale che inizia già con la sua tesi di laurea, per poi svilupparsi in due diversi volumi, “Studi sull’inquisizione in Sardegna” (1961) e “Studi di storia aragonese e spagnola” (1962). A questi due capisaldi accademici vanno poi affiancate altre importanti opere: “Il Parlamento del viceré Fernandez de Heredia” (1963), i lavori su “La politica nord-africana di Carlo V”, pubblicato nel 1963, “Spagna e problemi mediterranei nell’età moderna” (1973), per finire con un’opera di sintesi, “La Sardegna spagnola”, uscita in quella più ampia “Storia della Sardegna antica e moderna” edita dal sassarese Chiarella sotto la direzione di Alberto Boscolo, che costituisce ancora oggi uno degli apporti essenziali alla divulgazione della storia sarda, grazie all’originale impianto scientifico e divulgativo della collana sassarese.
L’interesse di Sorgia per i problemi della realtà sarda trova riscontro anche in numerosi articoli pubblicati in diverse riviste scientifiche e di opinione, e così pure nei volumi “La Sardegna nel 1848: la polemica sulla fusione” (1968), “Banditismo e criminalità in Sardegna nella seconda metà dell’Ottocento” (1973), “Cagliari, sei secoli di amministrazione cittadina” (1981).
Da sottolineare inoltre l’ingresso nella Commission Internationale pour l’Histoire des Assemblées d’Etats, nel merito degli studi sull’istituto parlamentare sardo.
In questo lungo percorso di studio, la figura di Sorgia è stata costantemente accompagnata dalla sua forte carica emotiva e umana. Le sue lezioni, mai ripetitive e uniformi, hanno rappresentato infatti una guida culturale e un riferimento morale per generazioni di studenti, fino alla sua scomparsa nel 1994.