Descrizione
l volume, di grande formato è altamente rappresentativo e descrive le principali feste popolari e religiose di Quartu S.Elena che ricorrono nei vari periodi dell’anno e che conservano e tramandano le tradizioni popolari, la storia e la cultura: Sant’ Elena, Santa Maria, Sant’Antoni de su fogu, il Carnevale, San Biagio, San Forzorio, Pasqua, S’Arroseri, Corpus Domini, Sciampitta, San Giovanni.
Il volume con il ricco calendario delle feste propone, oltre alla descrizione dei riti, anche un vasto repertorio fotografico cui hanno collaborato i più noti fotografi quartesi (Giampaolo Marcialis e Guido Nossardi) e pertanto costiuisce uno strumento di grande richiamo turistico. Particolare rilevanza ha la tradizione gastronomica legata alle feste, e di conseguenza ai prodotti locali. Il volume è un invito a riscoprire e conoscere i dolci e i piatti tradizionali e allo stesso tempo è un invito a riscoprire e capire la cultura quartese, la sua peculiarità e le sue vicende secolari e vuole essere un valido strumento per riscoprire il sapore genuino della gastronomia e la qualità dei suoi prodotti agro-alimentari.
Le feste popolari fanno parte integrante non solo della cultura e della religiosità sarda ma della stessa economia. Infatti, come ben documentano gli Autori, esse si concentrano in specifici momenti: per esempio quando i lavori agro-pastorali diminuiscono fino a giungere a precise pause. Fra queste feste, quelle invernali di Natale-capodanno-carnevale, con i riti legati al fantoccio-pupazzo bruciato pubblicamente in piazza. A evocare e rappresentare la morte dell’annata precedente e l’inizio-rinascita di quella nuova. “Is festas nodìas” ci consegna e ci fa conoscere segmenti importanti della civiltà e della storia locale e sarda.
Che poco conosciamo e di cui la scuola poco ci fa conoscere e che invece è fondamentale. Ma Giusi Ghironi e Davide Pani in “Is festas nodìas” ci consegnano soprattutto la lingua sarda nella vita quotidiana: nei nomi dei mesi, delle feste, dei dolci, dei vini, dei cibi, dell’arredamento, degli abiti, dei gioielli. Nei toponimi e nei proverbi (is dicius) ma soprattutto nei Goccius.
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