Il medico, il professore e per molti il lussiano critico e garbato. Sono solo alcune delle definizioni abbinabili alla figura di Gianfranco Contu, esponente sardista di spicco, e forse colui che più di tutti ha saputo contestualizzare la prospettiva autonomista in una cornice di alta scuola federalista.
Nato a Mogoro nel 1932 e morto a Cagliari nel 2015 è stato primario e libero docente di Anatomia chirurgica all’Università di Cagliari, uomo di vasta cultura, capace di affiancare la grande carriera professionale in ambito medico e scientifico agli studi storico-politici, con la pubblicazione di innumerevoli articoli e saggi sul federalismo, sulla questione sarda e sul sardismo contemporaneo (fra i massimi esperti studiosi di Tuveri).
Da giovane diciottenne segue Lussu nella fondazione del Partito Sardo d’Azione Socialista (PSd’AzS), e dopo ancora, sul finire del 1949, nel PSI di Nenni e Basso. Una strada che però si divide quando nel 1964, fu – in ostilità al progetto riformatore del centro-sinistra moroteo – fra i promotori della scissione socialista. Pur senza Lussu, Contu, dal 1964 in poi è una personalità ormai matura, professionista di rango, intellettuale libero, capace di una militanza autonoma, senza stretti referenti. Un medico che leggeva di storia, che faceva ricerca, e che nel 1973 inizia a pubblicare gli esiti dei suoi lavori, associando sempre più le sue monografie a collaborazioni con riviste di ambito identitario. È stato tra i fondatori della rivista Nazione sarda con Eliseo Spiga, Antonello Satta, Francesco Masala, Giovanni Lilliu e altri intellettuali nazionalisti sardi impegnati nella difesa e nello sviluppo della lingua sarda come chiave di volta di una battaglia per l’autodeterminazione della Sardegna.
È stato l’unico storico, non accademico, ad analizzare e divulgare le vicende del terzo sardismo più noto come neosardismo o vento sardista.
La sua generosità civile e intellettuale ha contribuito a condividere il suo sapere in diverse collaborazioni editoriali: “Nuova Repubblica”, “Sa Republica sarda”, “Sardegna Nuova”, “Il Popolo Sardo”, “il Cagliaritano”, “Quaderni del Mezzogiorno e delle Isole”, “Quaderni sardi di filosofia e scienze umane”.
Nel 1994 è stato anche tra i fondatori, del Movimento Federalista Sardo. Dirigente e promotore della Fondazione Sardinia, presidente della Federazione Regionale dei Circoli Tuveri e responsabile sardo del Movimento d’Azione Giustizia e Libertà.
Ha scritto soprattutto sugli anni della Sarda Rivoluzione (1793-1796), su Tuveri, su Lussu, su Carta Raspi, sulla storia del socialismo, del sardismo, dell’azionismo e dell’anarchismo in Sardegna, portatore di conclusioni sovente controcorrente e innovative.
Tra le sue pubblicazioni si ricordando in particolar modo “G. B. Tuveri. Vita e opere”, Edes, 1973; “Il federalismo in Sardegna. Un’alternativa perdente?”, Altair, 1983; “La questione nazionale sarda”, Alfa Editrice, 1990; “Il federalismo nella storia del sardismo”, Edizioni Fondazione Sardinia, 1995; “L’azionismo in Sardegna”, CUEC, 1995.
Ha inoltre curato il volume “Emilio Lussu e il sardismo”, Edizioni Fondazione Sardinia, 1994; “G. B. Tuveri, Tutte le opere”, Delfino, 1990; “L’altra guerra di Spagna. Controstorie, discorsi, testimonianze”, Zonza 2007.