L’articolo di Ugo Dessy su Sa Republica Sarda di novembre 1982 è un inno alla lingua parlata e alle sue varianti, nel rapporto con una lingua ufficiale, legalizzata da parte del potere.
“Nei rapporti conflittuali tra uomini, o gruppi di essi, esistono necessariamente due lingue diverse in quanto esprimono contenuti diversi. Anche dove esiste apparentemente una sola lingua, come all’interno di una stessa nazione, in realtà anche lì emergono e si contrappongono due linguaggi diversi: quello del potere, ufficiale, accademico, letterario, tipico dei codici e dei tribunali e dei filosofi; e quello popolare, spurio, illetterato, volgare, tipico della miseria dei ghetti, della disperazione delle galere.
Così come all’interno di una stessa nazionalità esiste un rapporto conflittuale tra classi egemoni e classi subalterne, quindi tra lingua colta e lingua volgare, così pure esiste un rapporto del genere tra nazione colonizzatrice e nazione colonizzata, tra lingua civile di quella e lingua barbarica di questa”.
“… Non è sostenendo l’uso della sua lingua che si sostiene il popolo sardo nel suo insieme di caratteri e di esigenze di libertà e di crescita. Una operazione accademica – politica a sostegno della lingua sarda è demagogica nasconde interessi di potere quando non è collegata e contemporanea alla lotta per l’indipendenza, per la liberazione totale della Sardegna….”.
“…L’eventuale riconoscimento- legalizzazione da parte del potere dell’uso della lingua sarda… può significare anche la modificazione della lingua del popolo in lingua ufficiale, in lingua di potere”.
Leggete l’intero articolo nell’Archivio Storico di Sa Republica Sarda !